PROGETTO MULTIFLORA
Nel progetto si intende investire sulla cooperazione tra imprenditori agricoli ed Enti di Ricerca per:
Introdurre cultivar per fiore o fronda recisa (selezioni di Acacia dealbata, Salvia discolor, rosmarino, lavanda, Peonia.
Realizzare a fine ciclo produttivo una produzione a “residuo zero”, anticipando le norme UE in arrivo.
Sfruttare la multifunzionalità (es. impieghi estrattivi), di almeno una delle selezioni varietali sopraccitate, per uno sfruttamento aggiuntivo e compatibile con quello ornamentale e sfruttare gli impianti per un periodo più lungo, rispetto alla normale finestra commerciale.
Qualificare, caratterizzare e promuovere le produzioni introdotte: introdurre un marchio di qualità.
TIPO DI INNOVAZIONE
L’innovazione promossa dal GO è finalizzata al conseguimento di risultati specifici aziendali, tramite lo sviluppo dei risultati della ricerca, la realizzazione di nuove idee, il collaudo e l’adattamento di tecniche/pratiche esistenti. Il progetto intende gettare le basi e stimolare l'avvio di una filiera produttiva per il settore florovivaistico in grado di sfruttare al meglio la multifunzionalità di specie ornamentali. Si intende, pertanto, introdurre sul mercato di prodotti ornamentali innovativi nella forma (es. nuovi prodotti) e nei contenuti (es. residui zero).
DESCRIZIONE DEL PROGETTO
La produzione di piante e fronde ornamentali deve sottostare ad una serie di regole, per la commercializzazione: REG CE 315/68 (norme di qualità per i bulbi, i tuberi e i rizomi da fiore - G.U. L. 71 del 21/03/1968); REG CE 316/68 (norme di qualità per i fiori recisi freschi e il fogliame fresco - G.U L 71 del 21/03/1968. A queste, si aggiungono i Piani di settore (es. Colture officinali e aromatiche; Piano Nazionale del Settore Florovivaistico) e i progetti Regionali, Nazionali e Interregionali che negli anni si sono succeduti (es. Piante Intelligenti, MiPAAFT; FLORE3.0, Interreg Alcotra) In particolare, i Piani di settore e i progetti di sperimentazione e sviluppo sono stati messi a punto per stimolare la qualità delle produzioni, la loro competitività e la loro penetrazione sui mercati.
Questo intenso lavoro, tuttavia, non appare sufficiente a garantire il fabbisogno di innovazione che le imprese produttrici e commerciali richiedono, né riescono ancora a date risposte complete sulla diversificazione del settore florovivaistico. In particolare, stante il perdurare della crisi del settore, occorre intensificare gli sforzi sia nella differenziazione o individuazione di nuovi prodotti florovivaistici, sia nella diversificazione/multifunzionalità degli usi dei prodotti florovivaistici stessi (es. usi estrattivi), sia, infine, nell'individuazione di prodotti che possano "allungare" la stagione d'uso dei prodotti florovivaistici stessi.
Sono, infatti, le aziende a chiedere, partendo dalle produzioni già in essere, di svilupparne alcune caratteristiche ornamentali, ovvero ad individuarne altri usi, ovvero, ancora, ad individuare nuove specie o selezioni varietali a partire dalla biodiversità del territorio.
DETTAGLIO OBIETTIVI SPECIFICI
Introdurre selezioni varietali nuove o innovative per fiore o fronda recisa.
introduzione di selezioni varietali di Acacia dealbata.
introduzione di Salvia discolor da saggiare in coltivazione e sul mercato;
introduzione di nuove selezioni di rosmarino per fronda recisa;
introduzione di nuove selezioni varietali di lavanda per fronda recisa;
introduzione di prodotti innovativi di Peonia arborea
Mettere a punto buone pratiche di produzione finalizzate alla realizzazione della produzione a “residuo zero” (anticipando le norme UE in arrivo), applicando protocolli in modo tale che, a fine ciclo produttivo, il prodotto finale abbia un contenuto di residui pari a zero (minimo impatto ambientale), o ulteriormente compatibili con protocolli di agricoltura biologica.
Sfruttare la potenziale multifunzionalità (impieghi estrattivi, oltre a quelli ornamentali), di almeno una delle selezioni varietali sopraccitate, alfine di individuare uno sfruttamento commerciale aggiuntivo e compatibile con quello ornamentale e sfruttare gli impianti vegetali per un periodo più lungo, rispetto alla finestra commerciale tipica del prodotto ornamentale.
Qualificare, caratterizzare e promuovere le produzioni introdotte: introdurre un marchio di qualità. Le alternative dovranno essere scelte tra:
schema “Business to Business” (es. GlobalGAP; MPS);
schema “Business to Consumer” (es. “Prodotto di montagna”; IGP);
marchio commerciale che possa aprire la strada alla promozione sia del prodotto “fiore”, sia del prodotto “cosmetico”, a cui, successivamente, applicare uno schema del tipo “BtoB” o “BtoC”, di cui ai punti precedenti
COMMENTI AGGIUNTIVI SULLA FASE PRELIMINARE
Il settore della produzione agricola chiede, in sintesi:
la costruzione di una filiera di produzione e commercializzazione che valorizzi la produzione stessa;
legare sempre più strettamente la produzione di piante ornamentali e suoi derivati al territorio in cui essa si sviluppa;
porre le basi per differenziare l'offerta del prodotto "ornamentale", in linea con le richieste del mercato e del consumatore finale;
Utilizzare al meglio la biodiversità locale;
prolungare la stagione di produzione e trasformazione dei prodotti florovivaistici, alfine di incrementare il reddito delle imprese;
migliorare la qualità delle produzioni (in termini ambientali, economici, sociali e culturali).